Città del futuro: il verde contro le alluvioni

12 Febbraio 2018

Entro il 2050 circa 2/3 della popolazione mondiale vivrà nelle grandi città, ma queste sono purtroppo sempre meno vivibili. Uno degli aspetti cruciali è oggi la gestione degli eventi piovosi estremi. La sfida delle città del futuro sarà quindi progettare spazi urbani capaci di far fronte a questo problema, creando ambienti più vivibili e ecologicamente sostenibili.

Come rendere più vivibili e sostenibili le città del futuro?

Uno degli aspetti più delicati, e che tratteremo in questo articolo, è quello della gestione degli eventi piovosi estremi che, purtroppo, sempre più spesso causano gravi danni a cose e persone. In particolare, vogliamo affrontare i problemi dovuti ai flash floods (alluvioni lampo) che avvengono ormai sempre più frequentemente anche in ambito urbano, come è successo a Livorno (Italia) ed a Istanbul quest’anno e anche, per citare alcuni casi italiani, a Genova, Milano, Messina, Parma negli ultimi anni. Nelle grandi città, dove la percentuale di superficie impermeabile è elevatissima, il sistema fognario non è in grado di ricevere tutta quest’acqua causando quindi pericolosissime alluvioni improvvise.

Effetti di un nubifragio a Livorno (IT), in due giorni, tra il 9 e 10 settembre ’17, sono piovuti ca. 200 mm, con punte di 50 mm orari.

Andando di questo passo, le città del futuro saranno sempre meno vivibili, sia perché la densità di popolazione aumenta senza che aumentino proporzionalmente gli spazi e/o i servizi per i cittadini, sia perché nel progettare i nuovi spazi urbani spesso si mantiene un approccio obsoleto legato a logiche ormai superate e non si considerano adeguatamente gli effetti dovuti ai cambiamenti climatici. E’ quindi sempre più importante poter procedere nella progettazione degli spazi urbani della città del futuro tenendo in debito conto come mitigare gli effetti dell’eccessiva conurbazione, ma anche e soprattutto ottimizzando la scelta e la collocazione degli elementi progettuali in funzione del miglioramento delle caratteristiche ambientali (microclima, concentrazione inquinanti, ecc.), a tutto vantaggio della popolazione residente e della sostenibilità ambientale.

Rendere obbligatoria la realizzazione di tetti verdi per le coperture di grandi edifici industriali e commerciali e agevolarla anche per le civili abitazioni può ridurre molto la percentuale di superficie impermeabile. Grandi città come Copenhagen hanno adottato una “Green Roofs Policy” che dal 2010 ha reso obbligatoria la realizzazione di tetti verdi per la maggior parte degli edifici di nuova costruzione trasformando quindi le superfici impermeabili in permeabili, in maniera da ridurre la velocità del run off e quindi i rischi di alluvione lampo. Progetto di “8 House” disegnato da Bjarke Ingels, architetto fondatore di Bjarke Ingels Group (BIG)

Best practices nella pianificazione e nella progettazione urbana

La migliore strategia per affrontare i problemi derivanti dagli eventi di pioggia estremi in ambito urbano consiste nell’affrontarli sia sul piano della pianificazione territoriale che su quello progettuale. Le città del futuro devono infatti diventare più resilienti e più dinamicamente adattabili ai cambiamenti climatici per poterne sostenere gli effetti nel futuro. A seguire alcuni concetti guida ed una lista di best practices da cui prendere esempio per ridurre la velocità del runoff superficiale e stoccare l’acqua di pioggia nel terreno.

  • Durante la fase di pianificazione di una nuova espansione urbana, è fondamentale considerare un approccio integrato tra paesaggio e architettura;
  • La componente vegetale del paesaggio svolge un ruolo decisivo anche per la gestione integrata del ciclo idrico urbano, ed è ad un modello di sviluppo che consideri le diverse potenzialità offerte dal verde che dobbiamo ispirarci.
  • La realizzazione di infrastrutture verdi accoppiate al sistema di trasporto e parcheggio oltre a fare da stoccaggio temporaneo provvede alla filtrazione delle acque di run off permettendo una gestione adeguata del ciclo dell’acqua.
  • Soluzioni alternative come quella di rendere obbligatoria la realizzazione di tetti verdi per le coperture di grandi edifici industriali e commerciali e agevolarla anche per le civili abitazioni può ridurre molto la percentuale di superficie impermeabile, consentendo inoltre il recupero dell’acqua piovana dai tetti che può essere stoccata e riutilizzata;
  • Ridurre la percentuale di superficie impermeabile, aumentando le superfici a parco, comporta una riduzione della velocità del runoff e consente di stoccare grandi quantità d’acqua nel suolo;
  • Abbinare infrastrutture verdi alle grandi superfici impermeabili di viabilità e parcheggi grazie alla costruzione di sistemi di stoccaggio (bioswales e rain gardens) aiuta a ridurre il runoff e a stoccare temporaneamente l’acqua eventualmente utilizzabile per l’irrigazione.
  • Prevedere l’obbligo di pavimentazioni permeabili quando possibile, soprattutto nelle aree verdi;
  • Creare ex novo o ampliare zone umide di carattere naturalistico all’interno dei parchi urbani garantisce lo stoccaggio e la filtrazione di grandi quantità d’acqua.
Progetto di un bioswale per una infrastruttura viaria.

Una soluzione al problema: rain garden e bioswale

Bioswales e rain gardens rappresentano sicuramente un’applicazione innovativa nel campo della progettazione paesaggistica delle città del futuro. In sostanza entrambi questi interventi consistono nel creare una sorta di accumulo temporaneo delle acque di run off superficiale derivanti da superfici impermeabili quali parcheggi, strade, piazze, tetti, ecc. Se poi questi interventi vengono progettati con un approccio naturalistico e messi a sistema diventano una vera propria infrastruttura verde che affianca l’infrastruttura della viabilità. Altra caratteristica importante di questi sistemi, oltre al fatto che riducono il run off e che si integrano benissimo all’interno di un qualunque sistema a verde, è che aumentano moltissimo la biodiversità dell’ecosistema. E’ infatti importante che questi interventi vengano realizzati con flora locale caratteristica di questo tipo di habitat, aumentando quindi la sostenibilità dell’intervento e riducendone contemporaneamente anche la manutenzione. Inoltre, è opportuno ricordare che queste realizzazioni sono anche in grado di eseguire il filtraggio delle acque raccolte, funzione importantissima nelle aree di parcheggio dove le acque piovane tendono a dilavare gli inquinanti derivanti dagli autoveicoli.

Schema di dettaglio della sezione di un rain garden.

Coniugare progetto paesaggistico e funzionalità

L’esempio seguente descrive come il progetto paesaggistico possa essere integrato con la funzione di mitigazione ambientale. La realizzazione di rain gardens per la mitigazione del rischio idraulico consente di mitigare l’aumento delle superfici impermeabili per la realizzazione del nuovo teatro de L’Aquila, (Italia), di cui abbiamo curato la progettazione paesaggistica ed idraulica per lo studio di architettura MODOSTUDIO.

Parco di Piazza d’Armi a L’Aquila, MODOSTUDIO

Il progetto del nuovo parco urbano si estende su una superficie complessiva di circa 8 ha ma la costruzione del teatro al centro dell’area verde e di alcune piazze pavimentate aumenterà sensibilmente la superficie impermeabile. Per mitigare l’aumento delle superfici impermeabili e il rischio di maggiore runoff superficiale e minimizzare gli apporti idrici alla rete idrica cittadina, il progetto propone la realizzazione di rain gardens. Il sistema di regimazione idraulica e controllo del runoff prevede inoltre la realizzazione di canalette a cielo aperto destinate a intercettare il deflusso superficiale e disposte lungo le curve di livello, assieme a tubazioni interrate disposte lungo la massima pendenza per convogliare le acque dalle canalette verso i rain gardens a valle.

Schema dell’impianto di raccolta acque sia dalle superfici impermeabili che di quelle di run off su superfici permeabili inoccasione di eventi piovosi eccezionali.

Questo articolo è apparso per la prima volta sulla rivista PLANT DERGİSİ nel numero di agosto del 2017.

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