Alberi su grattacieli: una moda passeggera o un’opportunità per il futuro?

9 Aprile 2018

Volete un consiglio su come far sembrare più alla moda il vostro progetto? Semplice, è sufficiente disegnare un albero (o molti alberi) sulla cima del vostro grattacielo. Alberi su grattacieli: questa moda è oggi molto diffusa, con l’obiettivo di rendere più appetibile un progetto conferendogli una parvenza di “sostenibilità”. Al di là del fattore estetico, si tratta però di un tema complesso, attorno al quale si è sviluppato un acceso dibattito.

“We never could design a building as beautiful as the trees”, Pietro Belluschi

Uno sguardo al passato

L’idea di piantare alberi su grattacieli o realizzare spazi verdi sui tetti degli edifici risale a tempi antichissimi: si pensi alla leggenda dei giardini pensili di Babilonia, una delle sette meraviglie del mondo antico. Spostandosi invece in tempi relativamente più recenti, è possibile imbattersi in esempi straordinari come la Torre Guinigi a Lucca, risalente al XIV secolo, la cui cima è coronata da alcuni alberi di leccio. Si presume che gli alberi fossero presenti già nel XV secolo, come testimonierebbe una veduta dell’epoca, anche se i lecci oggi presenti sono stati sicuramente ripiantati nel tempo.

Torre Guinigi a Lucca, XIV secolo
Edificio abbandonato a Tampico, Messico

Lo stesso Le Corbusier nella sua continua ricerca in campo architettonico aveva affrontato il tema dei giardini pensili, come il futurista Antonio Sant’Elia, che nella sua idea di città verticale aveva ipotizzato “lo sfruttamento dei tetti” alludendo ai giardini pensili. Negli anni Ottanta e Novanta del XX secolo, molto prima che diventasse una tendenza assai diffusa nel mondo della progettazione architettonica come è oggi, il pittore, scultore e architetto austriaco Friedensreich Hundertwasser aveva cominciato a piantare alberi sulla cima degli edifici da lui progettati. Ne è un esempio la Hundertwasserhaus a Vienna.

Nonostante i nostri sforzi per progettare soluzioni innovative per poter piantare alberi su grattacieli, spesso guardandoci intorno scopriamo che la natura può darci l’ispirazione che ci serve. Infatti sono innumerevoli gli esempi di edifici diroccati o abbandonati, più o meno recenti, che vengono riconquistati dalla vegetazione, dalle torri di antichi castelli agli impianti industriali dismessi.

Alberi su grattacieli e sostenibilità

Ma veniamo al punto: la tanto sbandierata “sostenibilità”, garantita dalla presenza di alberi su grattacieli, è realmente tale? Piantare alberi sulla cima degli edifici non li rende automaticamente sostenibili. Anzi, è probabile che queste piante richiedano più cure (e dunque maggiori consumi in termini di anidride carbonica), rispetto a alberi messi a dimora in piena terra. Il fatto che oggi sia tecnicamente possibile piantare alberi su grattacieli non la rende automaticamente una buona idea. Dal punto di vista ecologico è infatti molto più efficiente un parco urbano che un grattacielo “alberato”.

E’ vero anche che in casi estremi la presenza di piante – non necessariamente alberi – sugli edifici potrebbe migliorare la qualità degli ambienti urbani. Forse in Italia non ce ne rendiamo ancora conto, ma in luoghi caratterizzati da una densità abitativa enorme, come le megalopoli orientali, gli spazi verdi al livello del terreno possono non essere sufficienti a compensare il numero di edifici che vengono realizzati.

Sicuramente progetti come il Bosco Verticale a Milano hanno il merito di sperimentare e innovare, perfezionando le tecniche esistenti per la realizzazione del verde pensile. La capacità di questi “esperimenti” di durare nel tempo dimostrerà la loro efficacia. Ma è ancora presto per trarre conclusioni.

Hundertwasserhaus, Vienna
Bosco Verticale, Stefano Boeri Architetti, Milano

Adattarsi a un clima ostile

Sorgono spontanei alcuni dubbi anche sulla capacità delle piante arboree, messe a dimora sulla cima di un grattacielo, di sopportare le particolari condizioni microclimatiche tipiche della cima di un alto edificio, spesso circondato da palazzi con altezza analoga. Basti pensare agli estremi termici e alla turbolenza del vento che caratterizzano un’area urbana con un’elevata densità di grattacieli. Questi fattori, e in particolare il vento, possono aumentare l’evapotraspirazione, quantità d’acqua (riferita all’unità di tempo) che dal terreno passa nell’aria allo stato di vapore per effetto congiunto della traspirazione , attraverso le piante, e dell’evaporazione, direttamente dal terreno. Questo fatto può comportare una rapida riduzione della disponibilità idrica nel substrato e causare uno stress idrico alla pianta.

Di conseguenza, l’impianto di irrigazione dovrà fornire un maggiore quantitativo d’acqua, andando a minare la “sostenibilità” della realizzazione, perché il consumo idrico sarà elevato.

E’ lecito supporre che una pianta erbacea o arbustiva molto rustica sia in grado di sopportare meglio questo tipo di stress rispetto a un albero.

Comunicazione e tendenze

Un altro approccio alla discussione a proposito della piantagione di alberi su grattacieli è quello che si ha analizzando la questione dal punto di vista della comunicazione. La sensibilità delle persone verso le tematiche dell’ecologia e della sostenibilità sembra conoscere oggi un rinnovato interesse. Questo ha portato a iniziative importanti come il retrofitting di vecchi edifici per adeguarli ai più recenti standard di risparmio energetico, e all’implementazione di politiche volte a rendere obbligatoria la realizzazione di tetti verdi sugli edifici di nuova costruzione avviate dal 2010 dalla città di Copenaghen. O ancora alla diffusione dei cosiddetti “giardini verticali” per abbellire le facciate e al contempo costituire uno strato isolante per mitigare gli estremi termici.

Premesso questo, al giorno d’oggi sembra che non si possa fare a meno di mettere alberi su grattacieli per vincere un concorso di progettazione architettonica o migliorare l’appetibilità del proprio progetto. Questo fatto deriva dall’ossessione di far apparire un progetto sostenibile nel più superficiale dei modi, facendo credere alle persone che la presenza degli alberi lo renda più interessante e alla moda. Al di là delle potenzialità comunicative di questa strategia e della capacità di coinvolgere le persone su temi di grande attualità, come il miglioramento del microclima urbano e l’ecologia, come già detto la sostenibilità di questo tipo di interventi è dubbia. Bisogna comunque ammettere che oggi l’aggiunta di alberi su grattacieli è diventata una tendenza molto diffusa e, dopo i primi tentativi pionieristici, in Italia e nel mondo questi progetti vengono realizzati davvero. Anche il nostro studio per accontentare un cliente appassionato di piante ha contribuito a questa tendenza, piantando un carrubo sulla cima di un grattacielo a Beirut!

Esemplare di carrubo su una terrazza di un grattacielo a Beirut, Libano

Perché proprio gli alberi?

L’inverdimento di tetti, terrazzi e facciate attraverso l’uso delle piante rappresenta certamente una strategia interessante per mitigare le particolari condizioni dell’ambiente urbano. Esse possono migliorare il microclima, ridurre l’inquinamento acustico, il vento e contribuire all’aspetto estetico generale. A proposito delle tecniche più o meno innovative sviluppate in tempi recenti è possibile trarre le seguenti conclusioni:

  • Come abbiamo visto, dal punto di vista comunicativo gli alberi sembrano avere un impatto maggiore sulla sensibilità generale rispetto ad altri tipi di piante, anche se i giardini verticali hanno goduto di grande popolarità negli ultimi anni, anche grazie al carisma di Patrick Blanc. Purtroppo anche questi sistemi, di indubbio pregio estetico, a livello pratico si sono rivelati poco sostenibili. Il substrato di crescita è spesso limitato, necessitando di un continuo apporto di nutrienti attraverso sistemi di fertirrigazione. Una pianta rampicante, di una specie vigorosa, messa a dimora in piena terra, è capace di ricoprire rapidamente una grande superficie come la facciata di un edificio, necessitando di molte meno cure manutentive.
  • Per quanto riguarda il risparmio energetico, è comprovata la maggiore efficienza e sostenibilità dei tetti verdi estensivi – minori necessità idriche e di manutenzione – rispetto ai giardini pensili con prati e alberi, che richiedono molta più manutenzione e consumano molta più acqua. In ogni caso, i giardini pensili dovrebbero essere realizzati con piante rustiche, dotate di grandi capacità di adattamento al difficile clima urbano.
  • Sarebbe auspicabile stimolare la progettazione integrata di edifici e aree verdi, in modo che le nuove costruzioni siano compensate dalla realizzazione contestuale di giardini e parchi. Questi sono molto più efficienti, soprattutto nel lungo periodo, nell’apportare miglioramenti all’ecosistema urbano. Il preverdissement –piantagione preventiva – si è dimostrata una strategia vincente che assicura un migliore risultato sia dal punto divista estetico che ambientale. Piantando gli alberi fin dalle prime fasi di costruzione, al termine dei lavori si avranno piante già cresciute, in grado di migliorare sensibilmente l’immagine del progetto. La piantagione preventiva garantirà anche una migliore compensazione dell’anidride carbonica prodotta dai lavori di costruzione.

 

In conclusione: meglio usare arbusti, rampicanti e piante erbacee, piuttosto che alberi su grattacieli! Alivello di immagine si fa ugualmente bella figura e l’efficienza ecologica è garantita.

Edificio Acros, Fukuoka (Japan). Image courtesy Inhabitat

FONTI

AUTORE