Il giardino contemporaneo in Italia: la ricerca di nuovo stile

8 Gennaio 2018

Qual’é il panorama attuale del giardino contemporaneo in Italia? Scopriamo i rischi e le opportunità nella difficile ricerca di un nuovo stile nella progettazione del giardino.

“Il segno progettuale è tutto, il giardino prende vita quando nel progetto c’è un’idea forte […] ho capito che l’architettura del paesaggio non è giardinaggio ma che il disegno e la composizione plastica sono gli elementi creativi che rendono unico il giardino e lo fanno durare nel tempo.”

Con queste parole il paesaggista fiorentino Marco Pozzoli, intervistato da Ines Romitti per il suo libro Giardini e Paesaggi – La scuola di Marco Pozzoli (2017, Polistampa Editore), pone l’accento sul tema del bel disegno. Infatti grazie ai tentativi di emulazione del Porcinai, la scuola Italiana di progettazione del giardino è stata portata avanti, ma sempre in maniera episodica, con alcune punte di eccellenza, come Marco Pozzoli, che proprio con Porcinai ha iniziato la sua carriera, che ha connotato gli ultimi 40 anni di storia del giardino contemporaneo Italiano.

Terrazze a limoni con vasca a sfioro sulla Costiera Amalfitana a Ravello (2003-2005), Marco Pozzoli

Come far valere le nostre scelte progettuali

Purtroppo però a parte questi, pochi episodi felici, in questa fase, sembra che si siano persi alcuni concetti fondamentali della progettazione del giardino. In primis, lo studio e l’interpretazione del genius loci, la capacità cioè di entrare nel contesto del luogo, conoscerne ed interpretarne lo spirito, la sua atmosfera ed il contesto in modo da evidenziarne gli aspetti più interessanti e nasconderne altri. Un grande progetto necessita di una grande committenza e purtroppo il rapporto contemporaneo tra paesaggista e cliente è molto degenerato. Nei secoli d’oro del giardino rinascimentale italiano anche i più grandi artisti avevano un rapporto burrascoso con la clientela (basti leggere l’autobiografia di Benvenuto Cellini per capire la fatica che si faceva anche allora a lavorare ed a riscuotere la parcella!!), è però vero che all’epoca vi sono stati moltissimi esempi di grandi committenti.

Adesso si assiste sempre più, invece, ad una clientela tracotante che infierisce sul progettista che, spesso, alla fine, tende ad assecondarne anche le esigenze più strane pur di prendere l’incarico, sacrificando purtroppo innovazione, gusto e stile.

Confondere poi la capacità di disegnare, resa più semplice dall’utilizzo di software sempre più user friendly, con quella di progettare è un altro problema che rischia di far degenerare ancora di più la situazione. Riuscire con un software ad abbinare gli elementi consente di accelerare la fase di disegno e talvolta di renderlo di più immediata leggibilità ma non significa che il software si possa sostituire al progettista nella sua intima relazione con la composizione creativa del giardino, quando gli elementi si devono fondere l’un l’altro in un disegno armonioso ed al contempo raffinatamente originale.

Sostenibilità a che piano sta

Non voglio poi trascurare l’annoso problema, molto italiano, della mancanza di passione per il bel giardino. Dall’inizio del XX secolo questa mancanza rende quasi sempre molto più significativo l’investimento sulla casa o la villa e solo trascurabile invece quello sul giardino. Inoltre, un altro problema, anch’esso tutto italiano, è incaricare progettisti non specializzati e che non hanno la minima conoscenza delle piante solo perché hanno una qualifica da tuttologi, che teoricamente dovrebbe consentirgli almeno di individuare un bel disegno per il giardino. Purtroppo nemmeno questo è possibile se non si conosce il mondo vegetale. Esso non segue le leggi statiche dell’architettura ma quelle della Natura, basate su una complessa ed intrinseca dinamica che nel tempo può alterare completamente il disegno originale del giardino e addirittura causare danni estetici e/o ambientali difficilmente reversibili.

Il rischio attuale del giardino contemporaneo è quindi quello di avere giardini progettati con modalità copia incolla, senza gusto né stile e con un completo scollamento dal contesto materico, vegetazionale, ambientale e climatico, oppure realizzati in serie secondo dei canoni obsoleti falsamente attribuiti alla insuperata tradizione italiana.

Il nostro approccio contemporaneo alla progettazione del giardino (progetto a Radda in Chianti)

Principi e composizione secondo noi

La Natura e anche l’umana proporzione, come per gli antichi, da Vitruvio in poi, rappresentano la giusta misura per la composizione nonché la nostra inspirazione. Così ci insegna anche Stefano Mancuso con la sua “Plant revolution” (Giunti ed. 2017). La conoscenza delle specie vegetali e delle loro potenzialità e peculiarità rappresenta, oltre che una serie di spunti di progettazione, anche un necessario approccio funzionale che considera la sostenibilità nel tempo del progetto. Lo stesso Porcinai nel 1940 enunciava:

“Le piante adatte al giardino sono tutte quelle, anche rare ed esotiche, che riescano ad arrivare alla loro più perfetta bellezza e risultino in armonia estetica e biologica con l’ambiente.”

L’approccio funzionale rappresenta poi una delle altre componenti sostanziali del progetto del giardino contemporaneo. Non è pensabile progettare gli spazi del terzo millennio come secoli fa, dove le funzioni e lo stile erano dettate da principi in costume che giravano a cavallo e si lavavano una volta all’anno!

E allora quale potrebbe essere la soluzione?

  • funzionalità aggiornata ai nostri giorni: adesso in giardino vogliamo continuare a fare attività all’aperto, coltivare l’orto, prendere il sole ma anche essere connessi con il mondo, rilassarsi leggendo sul kindle, o sentire la musica;
  • contemporaneità di stile: aboliamo il superfluo ed i fronzoli, proponiamo semplicità e bel disegno, guardiamo alla natura ed alla sua geometria frattale come fonte ispirazione;
  • innovazione e sviluppo tecnologico: basta con soluzioni e materiali obsoleti, la tecnologia ci permette di vivere meglio e di risparmiare;
  • gusto e ricerca compositiva: non seguiamo le mode ma il gusto e la ricerca basandoci sulla nostra tradizione.

AUTORE