Comunemente parlare di giardino italiano significa quasi sempre citare la nostra storia. L’Italia ha scritto pagine memorabili dell’arte dei giardini facendosi distinguere come uno dei paesi più prolifici in termini di invenzioni stilistiche e gusto, ma adesso? Esiste uno stile del giardino contemporaneo in Italia?
Impossibile, in poche parole, parlare della stile del giardino nella nostra storia. In epoca classica erano già diffuse alcune cifre stilistiche tuttora riconoscibili nel giardino italiano contemporaneo, l’arte topiaria, la presenza diffusa di acqua in tutte le sue manifestazioni, vivai, fontane, vasche, la ricchezza di manufatti, statue, bassorilievi, ecc… Era chiaramente diverso il loro utilizzo ed il contesto generale del disegno.
Durante il Rinascimento, grazie alla ricchezza delle classi agiate ed alla presenza, diffusa, di geni dell’arte e della tecnica, anche il giardino si rinnova. Invenzioni stilistiche introducono una visione tridimensionale nella sistemazione del terreno, terrazzamenti, scalee, scarpate, e della vegetazione, con spalliere, ragnaie, salvatici, ecc…
Le scenografie dei giardini si arricchiscono di statue, giochi d’acqua, grotte, e collezioni di piante esotiche, che grazie alla rinata spinta al commercio arrivano da Oriente e soprattutto dall’America appena “scoperta”.
Altra straordinaria fase del giardino italiano è stata senz’altro quella della fine del XIX secolo quando, anche grazie alla esplorazione di nuovi territori, la flora italiana si arricchisce di nuove specie che contribuiscono ad impreziosire i giardini costruiti o più spesso ristrutturati seguendo la nuova moda paesaggistica, all’Inglese.
Già da queste brevi note si capisce che sin dalla fine dell’ottocento si cominciano ad introdurre, oltre che piante, anche stili “esotici”: dopo quello Inglese seguirà infatti una moda orientale, fino ad arrivare ad un vero proprio eclettismo, un mix di stili che spesso era un vero e proprio potpourri!
E’ vero che subito dopo, all’inizio del XX secolo, si trovano tracce di un rinnovato interesse per il giardino italiano e rinascimentale, approccio che darà vita a giardini splendidi come quello di Villa La Foce, ma, nel complesso, da allora, abbiamo perso il carattere e l’originalità del giardino Italiano.
Nel corso dei secoli abbiamo oscillato tra lussuosi giardini che rappresentavano il potere del signore del momento e periodi di restrizioni economiche quando del giardino veniva privilegiata la sua parte produttiva e la manutenzione scarseggiava. Lo stile, nei secoli ha però seguito il suo corso mantenendo una propria riconoscibilità che ha diffuso nel mondo il modello di “giardino italiano”.
Lo stile del giardino italiano si è infatti contraddistinto, sin dalla sua nascita, per un approccio che privilegiava il bel disegno e l’armonia formale delle sue componenti rispetto ad altri aspetti: variabilità, colore, “naturalità”, ecc… Questa peculiarità ha però perso originalità a partire dalla fine del XX secolo senza, da allora, recuperare slancio e riconoscibilità nello stile complessivo e lasciando a singoli episodi, anche se molto significativi, la difesa dell’identità del giardino italiano.
Uno degli esempi, e forse il più importante, di stile italiano moderno di progettazione del paesaggio e del giardino è quello di Pietro Porcinai, paesaggista fiorentino che ha contraddistinto buona parte del XX secolo. Molto si è scritto di lui per cui vorrei solo riportare una sua frase emblematica:
Per vigliaccheria o per denaro la maggior parte degli architetti ha abbandonato il mondo delle cose costruite in armonia con la Natura, consentendo che sorgessero brutte città e orribili periferie. Spetta all’architetto paesaggista trovare rimedio a questa situazione, ma deve essere qualcuno che sa pensare prima di agire… Affinché in questo mondo non si diffondano la bruttezza e la distruzione e il gusto per il bello possa affermarsi.
Già da queste poche parole si evince che il gusto del bello e l’armonia con la Natura sono concetti preminenti nel pensiero di Porcinai elementi che riusciva a declinare mantenendo uno stile personale ma perfettamente collocabile nella grande tradizione italiana del giardino.
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