In Italia infrastrutture e paesaggio non sono mai andati d’accordo! Ferrovie, autostrade e ponti hanno il più delle volte lasciato un segno indelebile sul paesaggio, puntando sulla funzionalità senza preoccuparsi dell’impatto ambientale e estetico di questi interventi. Con il nostro progetto del Kilometro Verde di Parma abbiamo cercato di trovare una soluzione al problema dell’integrazione tra infrastrutture e paesaggio.
L’unico tentativo di integrazione tra infrastrutture e paesaggio degno di questo nome sono state le porzioni della autostrada del Brennero realizzate seguendo le indicazioni di Pietro Porcinai 50 anni fa. Ancora oggi, purtroppo, nei progetti di infrastrutture le cifre destinate al verde rimangono esigue (ultimo esempio che mi è capitato: su oltre 4,5 milioni di euro le opere a verde erano 30.000 €!). Con il termine paesaggio in questo caso ho inteso parlare di un concetto più ampio che integra anche gli aspetti ecologici. La mancanza di progettazione e contestualizzazione paesaggistica significa infatti che anche l’integrazione, la ricucitura, degli ecosistemi frammentati dalla infrastruttura rimane per lo meno incompleta se non addirittura assente. Questa problematica deriva da molteplici aspetti, in primis l’ignoranza. Il valore di un progetto di integrazione paesaggistica ed ecologica è enorme per quanto riguarda i benefici ambientali ed estetici ma anche per gli aspetti gestionali legati alla sicurezza della infrastruttura ed alla salute.
L’immagine di un paese dipende anche da come rispetta il suo territorio e da come riesce a tutelarne i valori. Se percorriamo le nostre principali arterie stradali, l’impressione che se ne trae è quella di un più o meno selvaggio assalto all’ultimo metro di visibilità, con una selva di cartelli, totem, e pupazzi, in un piazzale assolato e desolante, o in un triste prato con la recinzione della fabbrica che lo avvolge e lo protegge non si sa davvero da chi. Questa è spesso la nostra immagine, costruita in decenni di sviluppo, e goduta dai milioni di automobilisti o passeggeri che quotidianamente affollano le nostre infrastrutture di mobilità. Le uniche che davvero si trovano in un bel contesto sono quelle che hanno tagliato, come con un colpo di forbice, paesaggi già belli: boschi, filari, campi, ecc. con un problema ricorrente però: la permanenza di alberi lungo il tracciato stradale a distanze che possono renderlo poco sicuro. Allora si assiste all’incuria o, quasi peggio, a pietosi interventi di capitozzatura che non fanno altro che peggiorare le cose.
Un altro tema fondamentale legato a infrastrutture e paesaggio è la salute. Il verde è benefico, sempre. La realizzazione di fasce alberate e non solo, in prossimità di sorgenti inquinanti quali le strade ma anche le ferrovie, che non emettono ma creando turbolenza rilanciano inquinanti deposti da altre sorgenti, è un toccasana per le nostre città assediate dall’inquinamento. Purtroppo, se manca lo spazio per la sistemazione paesaggistica, manca anche quello per la fascia di verde di mitigazione che poi potrebbe diventare la stessa cosa. Un altro problema sono i soldi. Nell’immediato, l’esproprio di più metri quadri di terreno per realizzare la sistemazione paesaggistico ambientale costa di più. Certo, se facciamo un bilancio solo dell’immediato, ma,
nel tempo, sicuramente i benefici del verde ci ripagano abbondantemente. Abbiamo finalmente capito che se realizziamo un depuratore per le fognature nell’immediato costa di più che sversare liquami nei fiumi, ma poi, nel tempo, ci ritroviamo con un inquinamento spesso impossibile da recuperare e comunque molto più costoso, perché non applicare lo stesso concetto alle infrastrutture?
Il mio Studio vanta una lunga esperienza di progettazione che unisce l’approccio paesaggistico con quello ambientale (vedi ad es. il Parco del PAI sempre a Parma o il Parco del Ministero degli Interni a Tbilisi in Georgia).
Per cercare una soluzione al difficile connubio tra infrastrutture e paesaggio, abbiamo proposto un complesso intervento di riqualificazione, il Kilometro Verde. L’intervento riguarda una fascia di 11 km posta lungo l’Autostrada del Sole a Parma. Su questo tratto di autostrada si affacciano aziende di importanza nazionale. Il masterplan, finanziato da DAVINES spa, una delle aziende coinvolte, ha come obiettivo la valorizzazione paesaggistico-ambientale di questo tratto dell’autostrada A1, che presenta delle criticità paesaggistiche ed ecologiche evidenti. Oltre al contributo in termini di mitigazione dell’inquinamento, aumento della biodiversità e maggiore resilienza della cintura periurbana di Parma, l’obiettivo del masterplan del Kilometro Verde è tracciare un segno paesaggistico forte, capace di dare una nuova identità a un paesaggio altamente frammentato.
Il masterplan del Kilometro Verde affronta infatti alcune tematiche fondamentali:
L’auspicio è che questo progetto costituisca il primo esempio per interventi analoghi, e che possa anche fare da monito per la progettazione integrata delle infrastrutture, per evitare di intervenire successivamente con maggiore difficoltà ed impegno di risorse. Per maggiori approfondimenti, consultate la pagina dedicata al progetto del Masterplan Kilometro Verde sul nostro portfolio.
Sul nostro canale youtube potete ascoltare alcuni passaggi significativi della conferenza di Alberto Giuntoli dedicata al progetto del Km Verde durante l’evento Botanica 2018 a Villa Caruso. Buona visione!
Questo articolo è apparso per la prima volta sul Notiziario di Informazione a cura dell’Accademia dei Georgofili.
Sullo stesso argomento un nostro articolo è stato pubblicato sulla rivista Strade & Autostrade nel numero di Gennaio/Febbraio 2018 (al seguente link è disponibile l’articolo completo in formato pdf) e sul numero di maggio 2018 di Gardenia.
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