Piccolo dizionario di sopravvivenza per tecnici e amministratori del verde pubblico – Prima Parte

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20 Gennaio 2021

(ma anche per politici e cittadini) – Parte 1

Negli ultimi anni, Deo gratias, stiamo assistendo anche in Italia ad un rinnovato interesse per il verde, quello privato ma anche quello pubblico. Interesse condiviso quest’ultimo da cittadini, politici, amministratori e professionisti del paesaggio. Nel frattempo in tanti altri paesi del mondo la ricerca e l’innovazione in questo settore erano andati avanti. Ci siamo quindi trovati sommersi da soluzioni tecniche, innovazioni, approcci che a volte troviamo faticosi da interpretare.

Noi italiani avevamo perso alcuni decenni durante i quali gli altri facevano giardini e parchi pubblici e noi invece costruivamo strade e quartieri senza o quasi verde pubblico. Io ho lavorato per diversi enti pubblici e capisco bene la fatica di chi si trovi a dover gestire “anche” il verde pubblico oltre alle strade, le scuole, l’illuminazione, ecc. Questa serie di articoli vuole essere uno stimolo per aiutare a comprendere meglio alcuni concetti che ci possono sembrare estranei o troppo complicati, anche semplificandoli, a volte semplicemente traducendoli dall’inglese o dal francese. Cominciamo allora con tre concetti: preverdissement, nature based solution (NBS) e pocket park.

Preverdissement

Mi piace molto e dovremmo sempre cercare di applicarlo, significa fare prima il verde, prima delle case, prima delle strade, prima delle piazze, cioè prima di tutto!
Serve per avvantaggiarsi, per anticipare tutto il bene che le piante ci possono offrire. Le piante saranno infatti più grandi quando avremo finito la casa, la strada o la piazza e tutto ci sembrerà più bello. Inoltre, avremo speso meno che non comprarle già grandi alla fine del lavoro e saranno anche più in salute: è sempre più economico e più sicuro piantare piante piccole che non esemplari grandi.

Perché non lo facciamo più spesso allora? Perché c’è bisogno di fare un progetto davvero esecutivo dell’opera dove si decida, dall’inizio lavori, quali sono gli spazi da lasciare alla cantierizzazione edile/stradale/… e quindi si possa utilizzare da subito lo spazio restante per il verde pubblico e privato. Più facile a dirsi che non a farsi ma credo sia obbligatorio provarci perché i vantaggi sono tanti. Non ultimo quello di avere la ditta esecutrice in cantiere ancora per un lungo periodo dopo che si sono messe a dimora le piante e quindi più facile far innaffiare e curare le nuove piantagioni.

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Preverdissement – I Fase, demolizione dei vecchi fabbricati e piantagione nelle aree non interessate dal cantiere
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Preverdissement –II Fase, costruzione dei nuovi edifici mentre viene completata la fase di attecchimento delle piante
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Preverdissement-III Fase, piantagione delle aree interne alla zona di progetto mentre le piante già messe a dimora sono già cresciute e migliorano di molto l’aspetto finale della nuova edificazione collegandola agli spazi esistenti all’esterno e formando delle unità tampone verso gli input esterni

Nature based solutions

Ovviamente anche le Nature based solutions (NBS), soluzioni basate sulla Natura, mi piacciono molto. Significa infatti, in poche parole, qualunque approccio che utilizzi la Natura in senso lato, ma soprattutto quelle soluzioni che utilizzano le piante per risolvere o comunque aggredire una criticità specialmente in ambito urbano. Ad esempio se invece di mettere una tettoia per ombreggiare un posto auto o una ciclabile avete messo un albero questa è una NBS. Se invece di mettere una cisterna per accumulare acqua avete pensato ad un laghetto con le piante questa è un’altra NBS.

In realtà tra le NBS non sono poi tantissime quelle nuove, gli alberi per fare ombra sono sempre esistiti così come i laghetti, ma il problema è che non si sono mai usati abbastanza e questo significa che è la mentalità che deve cambiare. Poi se invece di chiamarla NBS la chiamiamo albero o laghetto va bene uguale.

Pensare infatti alla Natura come ad una soluzione e non come ad un problema è il cambiamento atteso dalle NBS ma per far questo c’è bisogno di specialisti, di multidisciplinarietà, ma anche di una visione globale tecnica con una particolare vocazione alla ricerca dell’ equilibrio tra Natura e costruito.

 

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I filari alberati che ombreggiano una pista ciclabile sono un esempio di NBS – Progetto mitigazione effetti climalteranti per il Comune di Montopoli
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Lago del SIC masterplan Marinella

Pocket Park

Non è che non mi piace il concetto ma non mi sembra giustificato usare questo termine invece di piccolo giardino o piccolo spazio verde pubblico. Certo l’uso di una lingua straniera fa sembrare tutto molto più fresco, affascinante e innovativo ma non sempre è così. In questo caso infatti riuscire a ricavare uno spazio piacevole e vivibile incastrando la Natura anche dove sembrava impossibile non è nuovo, è solo raro e a volte molto difficile.

Anni fa un architetto, Andrea Pacchiarini (adesso un amico), seguì un mio corso di introduzione al garden design ed alla fine mi disse che gli era piaciuto molto ma che aveva capito che per fare questo mestiere ci voleva molta ed altra esperienza. Allora mi chiese di progettare la Piazzetta del Forte dei Marmi insieme a lui, un giardino pensile sopra un parcheggio interrato.

La sfida era quella di usare anche solo pochi cm di terreno per far crescere piante erbacee ed arbustive (compreso il bambù) e ammorbidire quello spazio con tanto marmo bianco di Carrara, bello ma freddino. Quello era un pocket park ma “assomiglia” molto ad una piccola piazza, con panchine e spazi fioriti.

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Balfour street pocket park – Foto Didiunsw, CC BY-SA 4.0, via Wikimedia Commons
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La piazzetta del Forte dei Marmi: un giardino pensile sopra un parcheggio

Quindi?

Abbiamo capito che la Natura è bella ed utile, anche e soprattutto in città, ma occorre saperla mettere a suo agio, curarla e mantenerla adeguatamente e saprà rendere tutto il suo bene in “ecosystem services” ma di questo concetto e di altri ancora ne parliamo le prossime volte.

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