Il concetto di rigenerazione urbana si sta diffondendo sempre più frequentemente come “soluzione” a problemi tipo l’inesorabile consumo di suolo, l’esigenza di creare città sostenibili, l’adattabilità ai crescenti cambiamenti climatici. Tutto lecito indubbiamente, ma soffermandosi un attimo sul significato intrinseco del termine, cosa si intende con “Rigenerazione Urbana”?
Facendo riferimento alla definizione da dizionario, il concetto di rigenerazione urbana può assumere un doppio significato, cosa che si adatta al duplice approccio che si può avere nei confronti di un sito d’intervento. La prima accezione è quella di Ricostruire un qualcosa dopo che essa è stata danneggiata o distrutta. La seconda accezione, invece, è quella legata al Rinnovo, ossia apportare importanti miglioramenti o cambiamenti a qualcosa che già esiste.
I motivi che portano alla necessità di ricostruire o rinnovare possono essere suddivisi in due grandi categorie:
Il recupero di aree dismesse mira al raggiungimento di una serie di obiettivi di cui è possibile evidenziarne alcuni:
1. Ricreare l’identità persa
2. Operare il miglioramento del contesto sociale e ambientale
3. Ricucire parti di città e habitat, incentivando la mobilità dolce
4. Abbandonare il binomio cancellazione-costruzione, per acquisire quello conservazione-trasformazione
5. Sfruttare le caratteristiche del suolo e del luogo in cui si interviene
6. Rendere le città meno vulnerabili e più resilienti ai cambiamenti climatici
7. Ripristinare le comunità urbane e naturali, favorendo la biodiversità
8. Promuovere l’inclusione sociale e l’efficienza energetica
9. Creare spazi pubblici, parchi e luoghi di interazione sociale.
La rigenerazione urbana può quindi essere intesa come uno degli strumenti più efficaci per spianare la strada allo sviluppo economico, migliorare le condizioni socio-sanitarie e promuovere città resilienti e sostenibili dal punto di vista ambientale.
Il Duisburg Nord Landscape Park, frutto della trasformazione del bacino industriale della Ruhr in parco, con i suoi 200 ettari, è sicuramente un esempio lampante di rigenerazione ecologica, economica e sociale di un’area dismessa. L’inesorabile declino delle grandi industrie siderurgiche e minerarie avvenuto tra il 1960 e il 1980 ha lasciato un eredità di problemi: fabbriche dismesse, colline di scorie industriali, tracciati ferroviari abbandonati, il fiume Emscher e i suoi affluenti trasformati in canali di scarico a cielo aperto etc. I nuclei urbani cresciuti intorno agli stabilimenti ora si trovavano a fare i conti con un paesaggio di dismissione ed abbandono.
Tali criticità sono state affrontate e risolte dal governo regionale che ha istituito per l’occasione un organo d’intervento, l’IBA Emscher Park S.r.l., il quale ha svolto un ruolo fondamentale per il progetto di recupero. L’idea è stata quella di dare una nuova identità all’area, intrecciando i “frammenti” esistenti, con un nuovo “sistema paesaggistico” e l’unica modalità d’intervento era mettere al centro i processi naturali, per poi generare meccanismi positivi in termini sociali ed economici. Il protagonista diventa il fiume Emscher, utilizzato come elemento di unione fisico e simbolico per collegare ogni tassello del vasto progetto di rigenerazione. La composizione dell’area vede una stretta interrelazione di ex edifici industriali, conservati grazie a politiche di riuso, percorsi ciclo-pedonali, punti di interesse, zone funzionali (sport, tempo libero, cultura, arte) con i sistemi naturalistici (aree umide, specchi d’acqua, boschi etc.). Particolare attenzione è stata riservata agli interventi di bonifica e di rimozione degli inquinanti degli habitat fluviali, a cui è seguita una rinaturalizzazione delle sponde con fasce di vegetazione che funzionano da filtri biologici, capaci di innescare processi di fitodepurazione.
Un altro esempio importante è il Parque Fluvial Padre Renato Poblete noto anche come “Mapocho navigabile, il primo parco fluviale realizzato in Cile, nella città di Santiago, come riqualificazione di un ex area industriale altamente degradata. Come spesso accade, nel momento in cui la funzione agricola prima e quella industriale poi, vengono abbandonate, le aree lungo fiume diventano luoghi di scarto, discariche a cielo aperto e baraccopoli per i senza fissa dimora. Il progetto per questo, inserendosi in un contesto di questo tipo e caratterizzato da una comunità a basso reddito, mira a riqualificare dal punto di vista paesaggistico e sociale il luogo, rendendolo vissuto e attrattivo. Anche grazie all’inserimento di numerose funzioni come, campi di calcio, aree pic-nic, passerelle, punti panoramici, etc. Per dare identità ai vari percorsi e facilitare la loro identificazione, sono state combinate texture e colori della vegetazione che, durante la primavera e l’estate, contrastano con il paesaggio grigio di Santiago, offrendo un paesaggio molto interessante. Uno degli elementi fondanti del parco è sicuramente l’acqua, che viene deviata dal canale principale, filtrata per ridurre il sedimento e poi dopo un paio di giorni nella laguna del parco, (così da rendere possibili una serie di attività in acqua, kayak, barche a remi e a vela etc.) l’acqua ritorna al fiume Mapocho.
Demolire e costruire costa di più di “riabilitare”, ecco perché è importante puntare su due valori alla base della rigenerazione urbana. Il valore storico-culturale volto alla conservazione dell’identità del luogo ed il valore ambientale che enfatizza i servizi ecosistemici. Realizzare progetti di rigenerazione urbana comporta notevoli vantaggi, soprattutto perché intervenendo su aree marginali e contesti degradati, riesce a rafforzare, rigenerare e trasformare questi spazi in punti strategici. Luoghi capaci di attrarre investimenti, innescando fenomeni positivi in termini sociali e ambientali.
La rigenerazione può quindi riuscire a risolvere i problemi urbani? A nostro parere la risposta è sì. Un’area rigenerata ha la forza di imporsi, di riuscire a concentrare risorse pubbliche e private, attirare nuovi residenti e utenti, ricucire parti di città, far cresce il valore immobiliare e migliorare la qualità della vita, sviluppando anche un forte senso di appartenenza nella popolazione che genera una maggiore tutela e conservazione del territorio.
Nella nostra esperienza di progettazione il concetto di rigenerazione urbana è stato trattato in diversi ambiti di progetto come ad esempio:
• Rigenerazione urbana Magnifica Fabbrica , progetto in cui, nell’ambito di un concorso di idee, un’ ex area industriale è stata riprogettata in parco cittadino, con tutta una serie di interventi mirati alla gestione delle acque piovane.
• Masterplan per il recupero della ex area del Gres , un progetto mirato sulla componente ambientale e culturale riesce a trasformare l’area marginale dell’ex cava in un parco verde, capace di ricucire e connettersi armoniosamente con il tessuto residenziale e commerciale esistente.
AUTORE